Buttare acqua sul fuoco
Assomigliarsi come due gocce d'acqua
Acqua in bocca!
Essere un pesce fuor d'acqua
Perdersi in un bicchier d'acqua
Fare un buco nell'acqua
Tirare acqua al proprio mulino
Acqua passata
Fare acqua da tutte le parti
Di frasi idiomatiche riferite all’acqua ne abbiamo talmente tante che potremmo esaurire un articolo solo ad elencarle tutte: abbiamo a che fare costantemente con l’acqua, quotidianamente, dal buongiorno del mattino fin quando andiamo a dormire, e anche di notte. Riveste un ruolo centrale nella nostra vita, la utilizziamo per bere, per lavarci, per un’infinità di altri usi oltre all’alimentazione e all’igiene, per il giardinaggio, l’agricoltura, l’industria, per spegnere il fuoco, per divertirci con gli sport acquatici…
L’acqua è dunque un elemento fondamentale per la vita, ha plasmato il nostro pianeta e anche la nostra Storia, influenzando ecosistemi, meteorologia e civiltà umane. Ma raccontare l'acqua non è facile. Ci lega all’acqua un rapporto di odio e amore, di curiosità e di mistero. L’acqua ha dato origine alla vita sulla Terra (e forse anche altrove), fornisce energia, rinfresca, disseta, lava, spegne le fiamme, ma può anche portare morte, distruzione, inondazioni. Come con le alluvioni, ad esempio, che sembrano emergenze naturali, ma sono provocate soprattutto dall’opera dell’uomo, che ha convertito l'idrologia naturale in idraulica funzionale alla civiltà, nella convinzione che l’acqua avrebbe obbedito. Ma l’acqua scorre, in continuo movimento, in ogni direzione, indifferente alle nostre barriere. Ogni anno piovono dal cielo miliardi di metri cubi d’acqua che dovrebbero essere intercettati da foreste, praterie, campi agricoli, prima che fluiscano nei fiumi e nelle falde. Ma incontrano argini, dighe e cemento, con cui abbiamo trasformato il paesaggio nella nostra scenografia urbana. E ogni temporale, ogni pioggia provoca disastri: frane, alluvioni, fiumi straripati, crolli. Sarà pur vero che col riscaldamento globale le piogge sono diventate più violente, ma ormai il terreno non è più in grado di assorbire l’acqua che cade dal cielo, semplicemente perché non c’è più terreno: asfalto, cemento, argini, fiumi interrati, disboscamenti, costruzioni di ogni tipo, hanno impermeabilizzato il suolo e dunque l’acqua, non trovando più sfogo sotterraneo, non può che continuare a scorrere in superficie travolgendo tutto quello che incontra. Raccontare l'acqua è difficile perché siamo convinti erroneamente di dominarla.
L’acqua copre il 71% della superficie terrestre, sotto forma di oceani, mari, ghiacciai, laghi e fiumi. Ma esiste in abbondanza anche nelle falde sotterranee e come dicevamo è sempre in movimento, in un ciclo idrologico che consiste nel continuo scambio di acqua tra l'atmosfera, il suolo, le acque di superficie, le acque profonde e gli esseri viventi. Con la traspirazione e l’evaporazione delle acque superficiali si formano le nuvole che poi, condensandosi, ridistribuiscono l’acqua sulla superficie sotto forma di pioggia, neve o grandine. Questo ciclo regola la temperatura e distribuisce l’umidità in tutto il mondo: l'abbondanza o meno di precipitazioni nelle varie aree geografiche ne stabilisce il clima, la biodiversità e le risorse, mentre gli oceani dissipano il calore, assorbono e rilasciano energia, modellano venti e correnti e influenzano la meteorologia.
Essendo in grado di sciogliere un’ampia gamma di sostanze, l’acqua è essenziale per le reazioni chimiche negli organismi viventi, nei processi biologici e geologici. La sua capacità di trasportare nutrienti e minerali è indispensabile alla crescita e allo sviluppo di piante, animali ed esseri umani, il cui corpo è composto di acqua per due terzi. Ma la disponibilità di acqua pulita è in grave diminuzione, a causa delle attività umane e dell’inquinamento che minaccia le risorse idriche in tutto il mondo. Gli scarichi industriali, i pesticidi e i rifiuti di plastica degradano la qualità dell’acqua, mettendo in pericolo gli ecosistemi e la salute umana. L'acqua dolce rappresenta solo il 2,5% dell’acqua totale presente sulla Terra e per più di due terzi si trova in pochi ghiacciai, in particolare in Antartide e in Groenlandia, che rappresentano quindi la principale riserva di acqua dolce nel nostro pianeta. La loro fusione, causata dall'effetto serra e dall'aumento delle temperature, ha un forte impatto ambientale non solo per l'innalzamento del livello dei mari ma anche per la scomparsa di questa riserva. Durante la fusione dei ghiacciai, infatti, l'acqua dolce si mescola con quella salata del mare, divenendo inutilizzabile. Pertanto, il ciclo idrologico, pur conservando in teoria la stessa quantità d’acqua, col riscaldamento globale riduce a ogni “giro” la disponibilità di acqua dolce (e potabile), di cui necessitano gli esseri viventi.
Come olandesi e veneziani sanno bene, l’umanità dipende dunque fortemente dall'acqua, e nel corso della Storia ha cercato continuamente di adattarla ai propri bisogni ma anche di adattare se stessa alle sue caratteristiche: una storia millenaria di istituzioni nate per garantire la sicurezza e il benessere dei popoli davanti alla forza distruttiva e vitale dell'acqua. Una storia di leggi, di politica e di guerre, di contese sui servizi, sulla proprietà e sulla gestione collettiva dell'acqua. Dalle antiche civiltà della Mezzaluna fertile alla Grecia classica, dall’Impero Romano a quello britannico, dalla guerra fredda alla globalizzazione, l’accesso all’acqua e la sua distribuzione hanno plasmato la civiltà umana e causato la nascita e il crollo di Stati e di commerci. L'acqua ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo delle prime civiltà antiche, situate lungo i grandi fiumi: il Nilo per gli Egizi, il Tigri e l'Eufrate per le civiltà mesopotamiche (Sumeri, Babilonesi e Assiri), lo Huang He (Fiume Giallo) per la Cina, l'Indo e il Gange per l'India. I grandi bacini fluviali offrivano fertilità del suolo e facilità dei trasporti, ma richiedevano un'organizzazione sociale complessa per gestire i conflitti e per affrontare la costruzione e la manutenzione dei sistemi di irrigazione e di protezione dalle alluvioni.
La presenza degli oceani ha mantenuto separate per millenni intere civiltà umane, favorendo lo sviluppo di culture, costumi e stili di vita diversificati, mentre i mari interni - come il Mediterraneo - hanno facilitato commerci e contatti culturali fra i popoli, creando però anche conflitti tra gli Stati. L’acqua ha provocato guerre per il suo approvvigionamento, e potrà provocarne ancora di più in futuro, a causa dei cambiamenti climatici.
Anche le idee e le credenze nei secoli sono state influenzate dall’acqua, la cui importanza è riconosciuta dalle religioni e dal pensiero filosofico sin dall’antichità. L'acqua fu considerata un elemento primigenio presso molti popoli, anche molto lontani fra loro, e molte religioni venerano divinità legate all'acqua (il fiume Gange stesso è considerato una divinità dagli Induisti). Nella maggior parte delle religioni l'acqua è un simbolo di rinnovamento, usata nei riti di purificazione e di rinascita di molti culti, ad esempio nei riti di immersione del battesimo cristiano, nelle abluzioni dell'ebraismo e dell'islam, o nei rituali di purificazione degli scintoisti.
Il filosofo greco Talete associò l'acqua all'origine del mondo, attribuendo inoltre alla sua fluidità la trasformazione di ogni cosa. Quello che affermò anche Eraclito col suo motto “panta rhei” (tutto scorre), che da secoli sottolinea la mutevolezza e la precarietà di tutti i fenomeni: anche se il fiume sembra sempre uguale, l’acqua che scorre non è mai la stessa: quella che è passata non passerà mai più, non nuoteremo mai due volte nello stesso fiume. È un’allegoria della vita, del tempo che come l’acqua scorre inarrestabile e persino noi stessi non siamo più la stessa persona di ieri, né domani saremo quelli di oggi.
Grazie alle sue caratteristiche uniche, l’acqua ha sempre rivestito un significato simbolico per l’umanità. Il fatto di essere composta da due soli elementi (H2O, due atomi di idrogeno legati a un atomo di ossigeno) che separandosi mutano di essenza, rappresenta una metafora per gli esseri umani, anch’essi indispensabili l’un l’altro, e che senza contatti e legami tra loro vedrebbero impoverire la propria personalità. L’acqua sa inoltre adeguarsi all’ambiente circostante, si insinua dappertutto, non conosce ostacoli, è capace di cambiare forma e adattarsi ad ogni recipiente in cui è contenuta, nonché di reagire agli stimoli esterni: si solidifica col freddo, evapora col caldo, riuscendo però sempre a ritornare se stessa, offrendo così un grande esempio di flessibilità. L’acqua del mare, infine, ci offre spunti di riflessione anche per la sua ostinazione e tenacia, con le onde che si infrangono continuamente sugli scogli e, pur venendo respinte ogni volta, non si scoraggiano e perseverano all’infinito.
Ma nonostante questa dipendenza e questo rapporto così stretto con l’acqua, non siamo ancora capaci di gestirla e di prevenirne i comportamenti: esistono opere umane che tentano di governarla, come i bacini di contenimento, le dighe, gli argini rinforzati, i polders olandesi o il MOSE di Venezia. Ma a lungo termine potranno poco contro la potenza dell’acqua: il vero problema è costituito soprattutto dall’inquinamento e dal conseguente riscaldamento globale che inizia a presentarci il conto, interferendo con la nostra vita quotidiana. Piogge torrenziali spazzano via le strade, maree sempre più alte si mangiano le coste, trombe d’aria e uragani scoperchiano le case... Anche se riuscissimo a ridurre drasticamente i livelli di inquinamento, i suoi effetti dureranno nel tempo: le grandi masse oceaniche possono impiegare anche centinaia di anni per rispondere ai cambiamenti di temperatura, e ci vogliono decenni per rimuovere i gas serra dall'atmosfera. Il cambiamento climatico è ormai avviato, l’effetto serra sta già causando carenza di acqua dolce e - come dicevamo - già assistiamo ad alluvioni e tempeste sempre più frequenti. Il tempo per invertire la rotta e metterci in salvo sta per scadere: siamo ormai – letteralmente - con l’acqua alla gola.
© Louis Petrella
Giugno 2024
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